Visita Posturale in Età Evolutiva

Età evolutiva e Postura
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L'età evolutiva viene considerata la fase più delicata della vita dell'uomo per le molte trasformazioni che essa comporta sia sotto il profilo dello sviluppo fisico che di quello psicologico.
Questa fase della vita dell'individuo è caratterizzata dalla "confusione e dispersione della propria identità".
Se prendiamo in considerazione il soggetto nelle diverse fasi della sua crescita possiamo meglio comprendere come la postura possa subire delle alterazioni anche importanti e soprattutto nell'età compresa tra i 10 e 15 anni, periodo nel quale si ha un aumento staturale significativo rispetto a quello ponderale e come tutto ciò coincida con il delicato periodo pre-puberale e adolescenziale del soggetto.
È abbastanza facile affermare che i bambini di 10 anni hanno una motricità completa e perfetta.
Il bambino in questa fase della sua crescita raramente cade e ancor più raramente si fa male ma se invece lo osserviamo appena un po' più grande lo troveremo impacciato, goffo e maldestro, in una parola "sgraziato".
In questo periodo per il giovane diventa difficile gestire il proprio corpo, l'immagine che egli ha di sé è "illusoria" poiché è in continua trasformazione.
Cosa accade in questo momento della sua crescita?
I sistemi automatici di controllo della motricità, prevalentemente quelli che governano l'attività posturale, entrano in crisi a causa delle continue modificazioni che avvengono nei vari segmenti corporei in accrescimento e di conseguenza questi automatismi devono essere continuamente rivisti e rielaborati.
L'attività posturale è regolata dal sistema nervoso centrale (SNC) , attraverso meccanismi di controllo ed è proprio in questa sede che originano gli squilibri posturali che nel tempo si stabilizzano senza che noi ce ne accorgiamo causati da stimoli fisici ed emotivi.
Se gli stimoli permangono lo stato di contrattura si stabilizza e può determinare un cambiamento dei programmi di controllo del sistema nervoso centrale.
Questi meccanismi di controllo sono lontani dalla coscienza e poco controllabili volontariamente; i ragazzi utilizzano poco il canale propriocettivo nella gestione della postura e dell'equilibrio e non dobbiamo stupirci più di tanto di questo dal momento che a causa del rapido accrescimento del corpo, il canale propriocettivo è in fase di ristrutturazione ed è poco affidabile, ragion per cui i ragazzi di questa età affidano il controllo della postura e del movimento principalmente a sistemi "esterocettivi".
Altro aspetto non trascurabile che rallenta o in alcuni casi impedisce l'instaurarsi di questi meccanismi di controllo durante l'età evolutiva è attribuibile anche al cambiamento delle abitudini e dello stile di vita del soggetto in questa fase della sua crescita.
Rispetto a qualche anno fa le attività spontanee degli adolescenti, i cosiddetti "jeux en plein air", si sono drasticamente ridotti a causa della rapida trasformazione della società in cui viviamo la quale ha impietosamente fatto si che si sostituissero " le vecchie e sane abitudini" di un tempo, grazie alle quali si potevano formare con spontanea naturalezza le basi per questi meccanismi di controllo propriocettivi che invece oggi vanno stimolati con appositi esercizi visto che alla fine della pubertà essi sono poco allenati e rappresentano per il ragazzo quasi una novità.
L'adolescente di oggi trascorre la maggior parte del suo tempo a scuola oppure in casa utilizzando videogiochi e computer e anche quando egli pratichi una qualsiasi attività sportiva, questa in ogni caso non è spontanea ma sempre guidata da un adulto.
Nei soggetti in età evolutiva la maggior parte delle alterazioni posturali rientra nella categoria delle deviazioni fisiologiche causate dallo sviluppo; pertanto è importante considerare che i bambini non devono necessariamente rispondere agli stessi standard posturali degli adulti.
Questa precisazione che potrebbe sembrare superflua, in realtà non lo è affatto. Ancora oggi si applicano interventi correttivi senza rispettare i normali ritmi di crescita del soggetto. La correzione eccessiva può condurre a difetti addirittura maggiori di quelli per cui si è iniziato il trattamento.
È necessario quindi conoscere come evolve la struttura muscolo-scheletrica del bambini e quali sono i periodi favorevoli allo sviluppo di nuove abilità motorie.
Durante tutta l’età evolutiva lo sviluppo strutturale del soggetto non avviene in modo lineare. Si succedono periodi di grande crescita staturale o di proceritas, dove cambiano le forme del nostro corpo ed appaiono nuove funzioni o abilità, alternati a periodi di stasi e di compensazione ponderale, detti di turgor, molto utili per l’assimilazione della nuova situazione, per acquisire la padronanza delle nuove capacità, oltre alla preparazione delle condizioni necessarie per la successiva fase di sviluppo.
Crescita somatica
Turgor primus2-4 anniIngrossamento somatico
Proceritas primus5-7 anniAllungamento staturale
Turgor secundus8-11 anniAumento ponderalePeriodo d’oro della motricità
Proceritas secundus12-14 anniNotevole incremento staturaleCrisi puberale
Turgor tertius15-18 anniRecupero ponderaleAdolescenza
I periodi di proceritas possono essere considerati problematici poiché l’aumento staturale viene a turbare l’equilibrio tra statura e peso del corpo.
In questa situazione si crea una discrepanza fra le richieste di una struttura ossea più pesante e l’impossibilità di adattarsi da parte del sistema muscolare e cardiocircolatorio. Si manifesta così una diffusa ipotonia muscolaretono posturale e funzionale scarso, con possibile insorgenza di atteggiamenti paramorfici come dorso curvo, lordosi, scoliosi, piede piatto, scapole alate e una progressiva perdita di coordinazione motoria.
In questa fase così delicata le attività motorie saranno essenziali nel riuscire ad aggiornare lo schema motorio del soggetto, in modo da fornirgli le informazioni necessarie circa le nuove caratteristiche del proprio corpo; al contrario, nei periodi di turgor avviene un riequilibrio fra le stesse strutture, il recupero ponderale e funzionale degli apparati muscolare, respiratorio e cardiocircolatorio rendono questa fase particolarmente sensibile e favorevole per lo sviluppo di nuove abilità motorie.
È chiaro quindi che la maggior parte delle condizioni parapatologiche, che si manifestano in epoca di sviluppo del bambino, tenderanno spesso alla risoluzione spontanea.
Il piede di un bambino è normalmente piatto quando assume la stazione eretta ed inizia la deambulazione. Le ossa sono ancora in fase di formazione e la struttura dell’arco plantare è incompleta.
Successivamente, con la completa formazione delle ossa e l’irrobustirsi di muscoli e legamenti, ci si potrà aspettare una buona formazione dell’arco, ma non prima dei 6-7 anni. Interventi intempestivi potranno condurre ad una situazione deficitaria.
Mentre alla nascita è fisiologico un varismo delle ginocchia, successivamente sarà considerato normale un certo grado di valgismo. Il difetto, eventualmente, si manifesterà se la distanza intermalleolare a ginocchia unite supera i 5 cm. Il ginocchio valgo dovrebbe comunque migliorare sensibilmente fra i 6-7 anni e scomparire dopo questa età, quando cioè, con il progressivo rinforzo dei legamenti tenderà a ridursi l’iperestensione.
A partire dall’infanzia si ha uno squilibrio persistente tra la forza dei muscoli anteriori e quelli posteriori del tronco e del collo. Anche se i muscoli addominali e i flessori del collo non hanno quasi mai una forza equivalente a quella dei rispettivi antagonisti, sono relativamente molto più forti nell’adulto rispetto al bambino.
A questo proposito, non ci si dovrebbe mai aspettare che l’atteggiamento posturale di un bambino corrisponda a quello di un adulto, almeno finché non si arrivi vicini alla maturità.
È tipico dei bambini avere un addome sporgente. Nella maggioranza dei casi, il profilo della parete addominale cambia gradualmente, ma tra i 10 e i 12 anni si produce un cambiamento considerevole. In questa età il punto vita diventa relativamente più sottile e l’addome non è più sporgente.
La postura della schiena varia in qualche modo con l’età del bambino.
Un bambino piccolo può assumere la stazione eretta flettendo leggermente in avanti le anche e allargando i piedi per un migliore equilibrio. I bambini nella prima età scolare sembrano avere la tipica deviazione del dorso superiore in cui le scapole sono piuttosto sporgenti. A partire dai 9 anni sembra esservi una tendenza all’incremento della curva anteriore nella regione lombare o alla lordosi. Tali deviazioni dovrebbero attenuarsi e ridursi con la crescita.
È stato dimostrato che il range di movimento normale per la flesso-estensione lombare si riduce con l’aumentare dell’età sia nei bambini che negli adulti. Per bambini piccoli e giovani adulti la capacità di toccare la punta dei piedi con le dita delle mani può essere considerata normale.
Tuttavia, molti individui fra 11 e 14 anni di età non sono in grado di eseguire il movimento in questione pur non presentando segni di blocco muscolare o articolare.
Il motivo sembra risiedere nel fatto che la lunghezza proporzionale del tronco e degli arti inferiori è diversa in questa fascia d’età rispetto a soggetti più giovani o più anziani.
Da queste considerazioni capiamo l’importanza di sviluppare una buona motricità in età giovanile, cosa che purtroppo avviene sempre più di rado nella quotidianità delle metropoli.
Molto spesso i bambini trascorrono intere giornate fra computer, videogiochi e televisione. Nella migliore delle ipotesi studiano e stanno seduti per ore. I genitori, dal canto loro, sempre più stressati dai ritmi che la modernità ci impone, si accontentano di vedere il proprio figlio tranquillo a guardare un cartone animato piuttosto che, magari, portarlo fuori a giocare al parco.
Si arriva ad avere, dunque, una motricità povera di quelle strategie di recupero verso l’imprevisto, ed è così che eccedere nella protezione dei bambini si può trasformare, spesso per loro, in una carenza nel bagaglio di motricità.
Per i bambini l’imperativo da parte dei genitori e insegnanti dovrebbe sempre essere «muoviti più che puoi» e mai «stai fermo!», come troppo spesso avviene.

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