Pediatria: la neuroradiologia diventa interventistica e si mette in rete per il teleconsulto
La neuroradiologia pediatrica è la branca superspecialistica della radiologia si occupa della diagnostica per immagini delle patologie dell’encefalo e del rachide nei bambini. Lo strumento di lavoro principale è costituito dalla Risonanza magnetica (RM), che fornisce informazioni sia in merito alla struttura che alle funzioni del sistema nervoso centrale, in maniera non invasiva (non vengono utilizzate radiazioni ionizzanti) ed estremamente precisa, mentre la tomografia computerizzata (TC) è ormai limitata alla diagnostica in acuto, specialmente nei traumi cranici.
Sottoporre un bambino a un esame RM non è banale e richiede, oltre a competenze superspecialistiche, anche una particolare attenzione ad aspetti di tipo clinico e organizzativo: ad esempio, nei bambini al di sotto dei 5-6 anni è tipicamente necessario ricorrere alla sedazione per poter ottenere la necessaria immobilità, e per incrementare la collaborazione riducendo l’ansia è cruciale investire nell’implementazione di sistemi di intrattenimento e distrazione prima e durante l’esame (video-tutorial, proiezione di video durante l’esame, etc.) Tuttavia, nel neonato (fino ai 5 kg di peso corporeo) è possibile eseguire l’esame senza necessità di sedazione, in condizioni di sonno spontaneo dopo il pasto. Inoltre è oggi possibile anche studiare l’encefalo in via di sviluppo già in epoca fetale; in seguito all’esecuzione di un esame ecografico che ponga il sospetto, per esempio, di una malformazione cerebrale, è infatti possibile a partire dalle 19-20 settimane di gestazione effettuare un esame RM che molto spesso risulta dirimente nel confermare o meno i reperti e consentire una diagnosi spesso cruciale per la successiva gestione della gravidanza.
L’impatto dell’innovazione tecnologica è veramente fortissimo nell’ambito della Neuroradiologia in generale, e dell’area pediatrica in particolare. Le più moderne apparecchiature 3 Tesla consentono di effettuare studi funzionali di elevatissima qualità come gli esperimenti di trattografia che studiano l’architettura della sostanza bianca nelle malformazioni cerebrali oppure gli studi di attivazione corticale per riconoscere i rapporti tra aree cerebrali nobili e lesioni di interesse neurochirurgico; questo tipo di studi è diventato irrinunciabile per la corretta pianificazione operatoria. Oggi però i confini sono ulteriormente ampliati al versante interventistico: accanto alle terapie endovascolari di trattamento delle malformazioni vascolari, come ad esempio l’ampolla di Galeno che in assenza di embolizzazione può essere letale già in epoca neonatale o comunque gravata da gravi sequele neurologiche, si aprono prospettive apparentemente futuristiche ma in realtà già attuali, come nel caso della terapia termica interstiziale laser-assistita, oggi disponibile presso l’Istituto Gaslini di Genova, che consente il trattamento mini-invasivo sotto guida RM di lesioni cerebrali altrimenti inoperabili se non al prezzo di gravi sequele.
Il ruolo del Neuroradiologo pediatrico è quindi oggi fortemente clinico, al centro di una rete multidisciplinare pediatrica in cui questi svolge molteplici funzioni: non solo diagnosi, ma anche -spesso, e sempre più frequentemente – terapia mini-invasiva; ma anche un ruolo centrale nel creare cultura, fare ricerca, spingere verso l’innovazione tecnologica e l’integrazione “ibrida” delle informazioni diagnostiche, privilegiando la (radio)protezione e perseguendo qualità e appropriatezza delle prestazioni erogate. In questo scenario diviene fondamentale creare reti in cui le informazioni, che spesso riguardano malattie rare nelle quali non è possibile pensare di avere competenze iperspecialistiche capillarmente distribuite, possano viaggiare con facilità per raggiungere in maniera efficace gli specialisti collocati negli istituti pediatrici di terzo livello. A tale proposito le tecnologie oggi a nostra disposizione possono supportare con efficacia la creazione di reti di teleconsulto e di “second opinion”, declinabili a livello regionale e nazionale, a supporto del management dei bambini affetti da patologie del sistema nervoso centrale (e non solo), con l’obiettivo di gestire a distanza le situazioni che non richiedono il trasferimento fisico del paziente e nel contempo di preparare le azioni necessarie a una rapida presa in carico di quei pazienti che, sia in situazioni a carattere acuto che non, necessitano di essere ricoverati in un ospedale pediatrico di terzo livello.
*Presidente AINR e Direttore della UOC Neuroradiologia IRCCS Istituto Giannina Gaslini di Genova